Mostri di provincia – libri rari per serial killers ‘di nicchia’

Nel filone della letteratura true crime, non tutte le piste sono state battute allo stesso modo. Si sprecano i libri dedicati al Mostro di Firenze, al terrorismo degli anni settanta, ai grandi casi insoluti come il delitto di via Poma. Ma ci sono anche storie secondarie, di Provincia, a cui è stato dedicato a malapena un libro, magari fuori catalogo e stampato da un editore minore. Sono opere da preservare e valorizzare, perché spesso rappresentano l’unica testimonianza disponibile al grande pubblico di certi fatti. Oggi segnaliamo alcune pubblicazioni di questo genere.

 

 

Delitti di gioventù – Dario Soragna, Edizioni Punto Rosso, Milano, 2009, 216 pagine. Fuori catalogo, valutazione 10-15€.

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Dello stesso autore va menzionato Frenesia Omicida (1993), di cui Delitti di gioventù rappresenta un aggiornamento. Questi due libri sono con ogni probabilità le sole ricostruzioni storiche disponibili in forma di libro sul cosiddetto ‘Mostro di Sarzana’, Giorgio Vizzardelli (1922 – 1973). Tra il 1937 ed il 1938 a Sarzana e dintorni si consumarono ben cinque efferati omicidi, rimasti per diverso tempo insoluti. Infine le indagini conversero sul giovane Vizzardelli, che nel 1940 divenne il primo minorenne italiano condannato all’ergastolo (se maggiorenne, sarebbe stata pena di morte). Ma non è finita qui: dopo pochi anni di detenzione, nel 1944, si diffuse la voce, riportata anche dai quotidiani locali, che Vizzardelli fosse evaso e si fosse unito alle brigate nere, diventando quindi fiancheggiatore dei nazisti che stavano ormai battendo in ritirata verso Nord. In realtà, Vizzardelli rimase in carcere fino al 1968, quando ottenuta la grazia andò a vivere con la sorella, e si suicidò pochi anni dopo.

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Il resto di Soragna ha anche alcune preziose testimonianze fotografiche. Questa foto, ad esempio, non è reperibile su web.

Non tutti i punti della serie criminosa attribuita al mostro sono chiari. Alcuni delitti sembrano eseguiti in modo dilettantesco, altri con sangue freddo, e modalità che mal si conciliano con il profilo di Vizzardelli, un quindicenne introverso che passava molto tempo in famiglia. Vale la pena segnalare la storia alternativa imbastita (in forma di romanzo breve) da Rino Casazza.

 

 

Il serial killer sbagliato – Rino Casazza, auto pubblicazione (distribuita su Amazon), Varsavia (Polonia), 2018. In commercio.

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Casazza, che è di Sarzana, propone una ricostruzione diversa, in cui i primi delitti attribuiti a Vizzardelli sono stati in realtà commessi dal padre— sul cui ruolo, va detto, anche Soragna pone qualche dubbio. Secondo Casazza, solo gli ultimi delitti (i più ‘dilettanteschi’) sarebbero effettivamente attribuibili a Vizzardelli figlio, nel tentativo di coprire il terribile segreto paterno. Nel libro c’è anche spazio per una revisione della leggenda riguardante il ruolo di Vizzardelli durante la guerra (secondo l’adagio che molte leggende partano da un fondo di verità). Casazza ipotizza che il detenuto, che stava effettivamente studiando il tedesco in quegli anni, abbia agito da interprete per i soldati nazisti durante l’eccidio delle fosse del fiume Frigido, e fu per questo tra i pochi superstiti. In quella circostanza, storicamente certa, più di 150 detenuti del carcere di Massa vennero uccisi, in quanto d’intralcio alla ritirata tedesca.
(Non riesco a capire come Casazza possa dare credito alla ‘tradizione locale’ (cit.) che colloca Vizzardelli al carcere di Massa nel 1944, dal momento che al tempo mi risulta fosse già stato trasferito al penitenziario di Pianosa. Ma la nota in fondo al libro specifica che l’autore ha svolto lavoro di documentazione, per cui potrei essere facilmente in errore.)

 

 

 

Omicidi in appennino – Sandro Antonini, De Ferrari, Genova, 2011, 237 pagine. Fuori catalogo, valutazione 20-30€.

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Sempre sul filone ‘delitti di provincia’, merita una menzione la vicenda del Mostro di Bargagli. Con questa locuzione si vuole riassumere una serie di delitti, avvenuti in modalità simili tra loro, occorsi nel piccolo paese ligure di Bargagli tra il 1944 ed il 1983. Il caso di Bargagli rappresenta una matassa difficile da sbrogliare: al principio, pare essere uno dei tanti regolamenti di conti occorsi sul finite della seconda guerra mondiale. Pare esserci di mezzo una vera e propria banda, dedita alla macellazione clandestina negli anni del mercato nero alimentare. Poi però i delitti continuano, ed in paese c’è chi favoleggia addirittura di un tesoro sottratto ai nazisti ed occultato da qualche parte in Appennino, per il quale i diversi custodi del segreto si stanno eliminando a vicenda (un po’ come in un noto episodio dei Simpsons). L’ultimo delitto della serie coinvolge addirittura una contessa, che viene brutalmente uccisa a quasi quarant’anni dal primo omicidio della serie.

A cercare di fare ordine, con mirabile rigore storico, è il libro di Antonini. A quanto mi risulta, è l’unico resoconto completo della vicenda, se escludiamo il romanzo — per forza di cose più parziale ed inesatto — di Giorgio De Rienzo, Il mostro di Bargagli (2007). Antonini presenta la vicenda, inclusi i numerosi episodi giudiziari, in modo estremamente dettagliato. Da un lato, salva in questo modo numerose informazioni sul caso che altrimenti sarebbero destinate all’oblio. Dall’altro, rende la lettura decisamente difficoltosa, e non molto adatta come primo approccio alla vicenda.

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Introduzione

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Indice

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Il libro include numerose foto e cartine.

 

 

Mostri normali – Luca Ponzi, Mursia, Milano, 2012, 170 pagine. In commercio.

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Quella di Ponzi è una vera e propria compilation di delitti di provincia, interamente focalizzata sull’Emilia Romagna. Voglio segnalare in particolare il capitolo dedicato al Mostro di Modena. Nella cittadina emiliana, tra il 1985 ed il 1995, vi furono una serie di delitti di giovani donne, rimasti insoluti. Al principio, la vicenda a fatica scosse le coscienze dell’ ‘intellighenzia’ cittadina, dal momento che coinvolgeva per lo più ragazze sbandate— prostitute, tossiche, o magari entrambe. L’escalation portò poi il mostro a colpire in pieno centro cittadino, addirittura in casa. A quel punto, l’attenzione mediatica salì di livello, ma non lo stesso fecero le indagini, che portarono ad un nulla di fatto. Da allora, la vicenda è sostanzialmente scomparsa dal dibattito pubblico, tanto che oggi il caso (con otto delitti irrisolti) nemmeno ha una sua pagina Wikipedia. Per questo il libro di Ponzi è una fonte significativa, in attesa di una monografia che ricostruisca in dettaglia la vicenda.

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Indice/1

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Indice/2

 

 

 

Ti ammazzo – Pascale Froment, Marsilio (Gli specchi), 1992, 504 pagine. Fuori catalogo. Valutazione: 50-80€.

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Concludiamo con un libro che, a dire il vero, è un po’ fuori dal canone che ci eravamo prefissati. Infatti, la vicenda di Roberto Succo è più nota delle precedenti. Dopo aver ucciso i suoi genitori nel 1981, a soli 19 anni, Succo cominciò una rocambolesca fuga in giro per il sud Europa, toccando la costa azzurra, la Svizzera e diverse regioni del Nord Italia. Dietro di sé, ha lasciato diversi delitti, rapimenti, ma anche una serie di improbabili travestimenti e tresche amorose. Finalmente catturato nel 1988, lo  zenit di Succo rimane il celebre tentativo di fuga dal carcere di Treviso, in cui si produsse in una performance sul tetto del penitenziario a consumo dei giornalisti, tutt’ora disponibile su youtube.

Nonostante si tratti di un caso abbastanza noto, la letteratura su Succo è decisamente scarsa. A spiccare sugli altri con buon margine è Ti ammazzo, traduzione italiana del romanzo di Pascale Froment. Il libro esce per Gli Specchi di Marsilio, ed è oggi difficile da trovare a prezzi contenuti, come diverse altre pubblicazioni ‘particolari’ della casa editrice (Avene selvatiche, Una storia criminale, Cronaca della fine, La notte eterna del coniglio, per citarne alcuni).

Il racconto di Froment privilegia il punto di vista francese: parte da Tolone, dove Succo vive sotto falso nome dopo essere fuggito da Mestre. All’inizio, siamo nella stessa condizione delle vittime e degli investigatori francesi: non sappiamo ancora che quel misterioso ragazzo é lo stesso che ha da poco ucciso i propri genitori.

Questa parte iniziale é per certi versi la più debole perché, nel tentativo di dare voce anche alla parte offesa, la narrazione si fa prolissa ed insiste troppo su personaggi secondari. Man mano che si svela chi é in realtà il nostro pericoloso fuggitivo, il racconto si fa più avvincente, e chiude in crescendo.

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